martedì 22 maggio 2012

Domenica bestiale

Dimentico sempre la macchina fotografica nelle ricorrenze familiari importanti. Peccato, la comunione della nipote e l'immancabile sfilata delle maghe del leopardato su trampoli borchiuti meritavano qualche foto sul sagrato della chiesa, che immortalasse il cattivo gusto imperante di questa ricca provincia. Al ridente borgo valligiano ultimamente si sale per andare a messa, ce n'è sempre una, si recuperano anni e anni di messe perdute. Cresime, anniversari, comunioni, chi più ne ha... Per trovare posto sulle strette panche nella freddissima chiesetta in cima al paese si arriva anche con largo anticipo e, qualsiasi sia la stagione, durante la lunga attesa il freddo entra nelle ossa. Il primo shock è costituito dalla visione della nipote più grande: armata di tacchi si atteggia a signorina navigata e doppia in altezza la moretta, che così sembra ancora più piccola. L'ultima volta, a Natale, era una normale ragazzina, un po' goffa, semplice e un po' riservata. Ora sfoggia un miniabito nero, sbracciato, indossato per fortuna su pantaloni, che celano le lunghe gambe da fenicottero. I capelli piastrati d'ordinanza, le unghie pittate e il mascara completano il travestimento. Ondeggia pericolosamente e ridicolmente sui tacchi, cercando di mettere a punto una camminata decente. In chiesa è la solita parata di teste mechate, di tagli audaci e appena ritoccati. Mentre cerco di ovviare la noia e le parole insulse del prete (che per la cronaca non accenna minimamente a quanto è accaduto solo due giorni prima a Brindisi) mi guardo attorno e penso che in questo ridente borgo la falda acquifera sarà inquinata dalla abnorme quantità di diluenti riversati nei lavandini dei parrucchieri, che qui ogni sabato sono presi d'assalto. Le bambine sono altrettanto acconciate, treccine, nastri, fiori, boccoli e mollettine. Faccio la solita gaffe con la suocera, osservando che, cosa pregevole a mio parere, la nostra piccola comunicanda è l'unica a non sfoggiare assurde pettinature, non essendo chiaramente andata dal parrucchiere. Come no, fa lei con rammarico, è andata ma le si sono subito disfatti i boccoli. Come non detto. Osservo un tipo che, tornando al suo posto dopo la comunione, rivela il sopracciglio accuratamente disegnato e depilato. Mi chiedo come possano non cogliere lo stridente controsenso: una così totale dedizione alle cure esteriori come si concilia con la semplicità che in questo luogo dovrebbe regnare? La nostra faticosa domenica prosegue con pranzo ottimo e abbondante, seguito da sosta per altri dolci e bibite, biglietto e foto ricordo. Si replica fra un mese. Stavolta con foto.

2 commenti:

  1. Risposte
    1. Sì, le viuzze lastricate del centro sono bellissime e le facciate antiche e ben restaurate. Attorno vigneti e frutteti. Ma mio marito è scappato anni fa, preferendo la frenetica pianura ...

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