Fine corsa

Tre anni fa tutto mi pareva diverso, uno scrutinio come un altro, in una classe non come le altre. Suor Terry era nuova, secchiona e un po' timida.
Le colleghe diverse, Cara Collega e Rottermaier sono in pensione da due anni, Moby invece sempre sulla tolda di comando. Ma ora ci verticalizziamo, a settembre saremo una nuova scuola, con il Collegio pieno di maestre. Verticalizzare, che parola. La usano anche i telecronisti di calcio, che si gioca in piano, mentre al contrario il nostro lavoro è tutto in salita.
Beh, dicevo, uno scrutinio dopo l'altro, oggi si commentava il fatto che in prima arrivano che sono tutti timorosi e tranquilli e poi il comportamento già nel secondo quadrimestre, si sa, peggiora.
Come? fa Suor Terry, con finta ingenuità e un'aria di rimprovero, a scuola si viene per migliorare! Già, preside, dovrebbe essere così, ma sa com'è...
Basta, conclude lei tra il serio e il faceto, io sono per la descolarizzazione!
Che avrà voluto dire?
Sempre più spesso, mi capita nelle discussioni con genitori amici o con colleghi di ritrovarmi a pensare a quanto inadeguata sia la scuola oggi per i ragazzi. E qualche secondo dopo a pensare a quanto sia drammaticamente necessaria, specie la scuola media tanto bistrattata, ultimo baluardo contro l'individualismo, l'utilitarismo e tutti gli ismi peggiori.
Per questo ieri sera, alla pizzata organizzata dai genitori della mia terza dannata (c'erano anche loro, i dannati, ma non ci hanno cagato nemmeno un secondo) è stato bello sentire nei loro saluti una riconoscenza che mi è parsa sincera. Quante volte ci hanno chiesto di essere rassicurati, ci hanno espresso perplessità e timori per quei figli, all'improvviso sconosciuti e incomprensibili.
E allora, alla fine, tutta questa fatica per accompagnare i loro figli, ormai adolescenti inquieti, fino alla porta per condurli a mettere il naso fuori e annusare il mondo, a qualcosa sarà servita. E forse, anche per loro, questi begli anni di mezzo non cadranno nell'oblio.