sabato 27 aprile 2013

Le smanie per la villeggiatura

Ci sono battaglie che so da molto tempo di aver perso, ma che cocciutamente mi ostino a combattere. Dalla ricrescita dei capelli che assume delicate sfumature che vanno dal giallo al rosa, allo specchio che una certa luce radente rende assassino. Quella contro il disordine è la più ostinata: il cotton fioc usato di Mafalda vicino al rubinetto, le carte delle merendine e dei tuc nascosti sotto i cuscini del divano o nei cassetti, le scatolette del cibo buttate a terra dalla zampa felina nottetempo, le decine di cartellette di plastica, anche quelle più rovinate, che non butto mai via, sparse su più tavoli e scrivanie, fotocopie, pile di verifiche, libri. I fattori del caos in casa mia sono molti, direi tutti i suoi abitanti, me compresa, disordinata cronica con improvvisi e deleteri schizzi da desperate housewife.
Ma la più combattuta tra le battaglie è quella sulla scelta delle vacanze. Il braccio di ferro inizia agli albori dell'anno nuovo, quando non prima. Io, fervente indecisa, mi diverto a fare e disfare itinerari. Technoco, inamovibile  muro di gomma, pare indifferente a qualunque proposta, da Aachen a Zanzibar. L'importante è riservargli un lasso di tempo fatto solo di ozio. Io saltabeccherei qua e là, incapace di godermi con la dovuta lentezza il piacere dei luoghi. Lui incollerebbe il sedere alla sedia, inchiodando poi la stessa a un qualunque balcone o, se proprio ci tengo, alla piazzola di un qualsiasi campeggio. Tra questa e il bar non dovrebbe esserci una distanza maggiore di un paio di centinaia di metri.
Da qualche anno, abbandonata almeno temporaneamente la velleità del grande viaggio, mi concentro sull'Europa, che poi si finisce per amore o per forza quasi sempre in Francia. Quest'anno, ho deciso che sarà lui a progettare e organizzare tutto, pensando così di forzarlo all'azione e illudendomi che suonasse come minaccia. Questo è successo tre mesi fa, la decisione è rimasta però unilaterale. Complice la voglia di Mafalda di vedere Londra e la sua allergia all'inglese scolastico, io sto puntando a un bel giro in Inghilterra. Mi frena solo la guida a destra, che mi è già costata una macchina noleggiata tanti anni fa in Scozia. In alternativa i treni e gli autobus, viene voglia di prenderli solo per utilizzare i servizi di prenotazione on line.
Progetto una Gita a Scarborough solo per scoprire che non è come me la sono sempre immaginata.


Nella lista dei desideri più ovvi, eccetto Londra: Abbey Road, il castello di Alnwick, cioè Hogwarts, lo stone circle di Castlerigg, Haworth, il villaggio delle sorelle Bronte, Chesil Beach nel Dorset, Holkham Beach nel Norfolk, che tra l'altro è stato il seto di Shakespeare in love. E, se esistesse, il castello di Blandings.
Per tentare il consorte potrei variare il tema dell'itinerario, virando sulle birre. Giochiamoci questa carta.

6 commenti:

  1. consiglio l'Irlanda, allora. se il tempo vi è favorevole, però...

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  2. Io non ce la faccio a programmare. Mi lascio trascinare, salvo poi recriminare perché non ci si muove abbastanza. L'Inghilterra quindi è fuori portata, tempo troppo uggioso per i gusti del consorte. Solo che a leggere mi è venuta voglia...

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  3. Inghilterra sempre: sono tre anni che non ci vado, e mi sembra (per me è) una vita...

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  4. Commento del consorte, siete tutte insegnanti. Secondo lui, non abbiamo l'esigenza dell'ozio rigenerante, dato che le nostre vacanze sono lunghe. I comuni mortali godono di tre misere settimane e devono usarle bene.
    Sorvolo sulla sostanza. Dato che sto commentando tra una correzione e la preparazione della lezione di domani, ed è domenica.
    Noisette, l'Irlanda è anche quella nella vecchia lista delle mancanze. Ce la farò...
    LGO, anche io recrimino per principio. Cerco di lasciarere a lui l'incombenza ma poi non ce la faccio. La vacanza inizia navigando in rete.
    Povna, consigli? Girarla coi mezzi è tanto costoso, a meno di programmare tutto al millesimo di secondo.
    Continuons le combat...

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  5. uh, ora stai facendo voglia di progettare anche me e anche di ozio rigenerante. Mentre leggevo, all'inizio, pensavo "vive a casa mia, vive".

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