Giù per il tubo

"Bene, Confuso. Mi sa che ti devo interrogare."
"Ma prof, io non lo sapevo..."
"Beh, non che io sia obbligata. Ma dato che hai preso quattro nell'ultima verifica, credo che potesse rientrare nelle tue ipotesi di fine anno."
"No, cioè sì. Però, non ce la faccio devo fare un'ora di esame al giorno."

"Sarebbe?"

"Devo studiare per l'orale."
"Ah. Bene. Da cosa cominciamo?"
"Boh, veda lei."
"Vabbé. Guarda questa carta". Gli mostro una mappa dell'Europa, rosa e verde.
"Eh."
"Dimmi cos'è."
"Eh, prof è ovvio."
"Ovvio cosa? Dimmi quello che vedi su questa pagina."
Sbircia la didascalia.
"L'Europa."
"Sì va bene. Poi?"
"Poi cosa?"
"Per tutti i santissimi, Confuso!"
"Ma così è troppo facile..."
"Tu dimmi che cosa capisci da questa immagine, tutto quello che sai."
"Va beh, ma cosa glielo dico a fare. Lei lo sa già. È ovvio."
"Sarà anche ovvio, io te lo chiedo mica perché non lo so."
"Sì, ma è ovvio."
E avanti con questo pezzo di teatro dell'assurdo, per un po'.
Alla fine, esausta, gli ho carpito quattro parole e sono uscita dal suo gorgo. È che lui davvero pensa che debba stupirmi con effetti speciali. Siccome sa di non esserne capace, sta zitto per non dire qualcosa che pensa sia troppo semplice. Contorsioni mentali di un adolescente in panne.
Questo in teoria, ma nella pratica, poi, il perché la Germania fosse di due colori mica ce l'aveva tanto chiaro.
A me invece non è chiaro perché mi ritrovi a fare questi numeri da circo, perché io sia più preoccupata di lui per la sua sufficienza. Contorsioni mentali di una prof.