Sabato, un tranquillo pranzo di fine estate. Con la fame e la soddisfazione del post piscina, consumiamo un frugale pasto, il cielo e l'aria fuori sono tersi, alla radio Annie Lennox canta e Zorba ci sorveglia dall'alto della mensola, la zampa penzoloni e con la sua bellezza corona la perfezione di questo momento.
La scuola è all'inizio e permette di godere ancora un po' di scampoli di leggerezza estiva.
Io a Mafalda conversiamo tranquille del suo ingresso nella squadra di
pallavolo, delle paralimpiadi, che lei ha seguito con passione, e della domenica senz'auto che si
prospetta ricca di iniziative.
Siamo sole nella cucina immersa in questa bella luce chiara, gusto la lieve felicità domestica, ma c'è la sensazione nuova e deliziosa della complicità e della vicinanza con una figlia che diventa grande a poco a poco.
Poi, a ricordarmi che ancora tanto grande non è, attacca Settembre andiamo è tempo di migrare... che ricorda ancora dalla quarta elementare, filando liscia su i fonti alpestri, i cuori esuli a conforto, i tratturi e la verga d'avellano. Qualsiasi cosa queste parole vogliano dire.
Alla fine della terza strofa inizia un po' a rallentare con l'erbal fiume silente e il tremolar della marina e si inceppa sulla quarta, che è atroce: lungh'esso il litoral cammina la greggia... isciacquìo, calpestìo, dolci romori sono ostacoli insormontabili.
Ma il finale è trionfale: Ah! Perché non son io co' miei pastori?
Son soddisfazioni.
mi piace!
RispondiEliminaD'Annunzio a pranzo può essere indigesto, però :-)
EliminaD'Annunzio non è mai indigesto, mi permetto di dire. Mi permetto di dire anche che ho sentito tutta la luce del post. E che come m'ha fatto notare un amico blogger le impressioni di settembre sono tanto tanto condivise in questi giorni in questo strano mondo virtuale. E mi permetto di aggiungere: grazie! Un abbraccio
RispondiElimina... Come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità,.. Tanti han cantato Settembre. Un mese magico. Un abbraccio anche a te :-)
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