sabato 19 marzo 2011

E no che non m'annoio

Tiempo, no, nunca me canso. Ho trovato le parole di Jovanotti in spagnolo. Yo no que no me canso... Poi dici che non hai tempo per far nulla. Se lo perdi in ste cazzate...
Comunque, tutto questo tempo passato senza scrivere mi dà il senso che la mia vita sia davvero cambiata. Fino a tre anni fa, mai avrei pensato di non aver tempo di fare qualcosa, di arrivare a desiderare che la giornata avesse più ore. Le mie giornate mi parevano vuote e allora quando sentivo qualcuno che diceva la solita frase fatta "avrei bisogno che la giornata avesse 25 ore" mi pareva un modo per tirarsela. Mi spiace solo di avere iniziato così tardi a non aver tempo sufficiente, il cazzeggio ad esempio è un'attività alla quale mi sono dedicata per decenni e che ora è un ricordo. No, dico, non che abbia grandi cose da scrivere, ma anche tenere un miserabile bloggetto senza pretese, giusto per registrare qua e là microavvenimenti e micropensieri, è diventato un lusso. Mi chiedo come fanno quelle supermamme, che pubblicano cose meravigliose, ad esempio di cucina, con quelle foto da sballo, che ovviamente fanno loro. Oppure quelle che scrivono per i loro bambini e poi pubblicano i loro lavori sempre bellissimi per i loro bellissimi bambini. O quelle prof che trovano il tempo per i loro brillanti post, poi correggono verifiche e preparano lezioni con la Lim e partecipano agli altri blog e chi più ne ha più ne metta. Eh già, che io sono lenta e per scrivere mi ci vuole un mezza vita e poi oggi ci ho messo due ore a preparare la verifica di storia, perché mai che una di quelle vecchie vada bene per la classe nuova. E poi c'ho anche il blog della classe, che quello sì che mi dà soddisfazione...
Son contenta eh, non mi lamento. E in fondo, parte dell'attività di mamma è puro cazzeggio: ieri per esempio un'oretta al parchetto con altre mamme, al primo sole di primavera, è stata piacevole. Il lavoro di mamma è molto socializzante, quindi il tempo per le relazioni sociali bisogna metterlo in conto. Parlare di scuola, quindi perlopiù sparlare delle maestre, scambiarsi opinioni su corsi e corsetti per stressare le creature, organizzare i pomeriggi per intrattenerli, perché sennò si annoiano, povere gioie e ciò non sia mai.
Facendo un consuntivo dell'opera di riorganizzazione del planning, cioè di compressione dei minuti residui rimasti nella settimana, negli ultimi mesi ho ricavato tempo per fare 1) gli ordini del gas 2) il corso di lettura ad alta voce 3) ginnastica per anziani una sera alla settimana 4) il corso di italiano per donne straniere. Non male, però. Vero è che alla fine mi pare di fare tutto male e l'ultima settimana mi sono ritrovata un po' in braghe di tela un paio di volte in classe, perché non avevo preparato bene alcune cose (tipo improvvisare una lettura e ritrovarmi spiazzata di fronte alle domande dei ragazzi). Lo chiamano tempo prolungato, ma per quanto lungo non basta mai...Ma tanto il tempo resta sempre lui quello, l'unica cosa che ci è data di fare è avere il tempo da poter organizzare, si da organizzare da dividere in bassi, cassa rullante. Tempo prezioso... La cosa più carina di oggi, alla fine della giornata: si deve decidere chi va domani mattina a teatro a vedere Il canto di Ulisse. Vado io, no dai, se vuoi vado io, no non c'è problema, vado io... Beh, facciamo decidere a lei. Con chi vuoi andare domani a teatro, con la mamma o col papà? Breve momento di riflessione: con il papà, così la mamma sta a casa a lavorare. C'è qualcosa che non mi torna.

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