martedì 19 luglio 2011

Miraggi in viaggio




Anche la vacanza dolomitica è stata un miraggio per molti anni, anche lei è arrivata con il suo bel ritardo. Quando ero piccina, diciamo adolescente, allieva del liceo "in" della città, gravemente oppressa da un irrimediabile senso di inadeguatezza, avevo compagni che sciavano. Allora lo sci non era preda delle masse e io andavo a Pietra Ligure in estate (sentendomi una gran figa perché mediamente gli altri del mio milieu andavano a Viserbella, per giunta in agosto), ma le vacanze in inverno erano qualcosa di impensato. I miei compagni di classe invece sciavano e nominavano posti come Pozza di Fassa, Madonna di Campiglio, La Thuile o Ponte di Legno (che ancora non aveva conosciuto i fasti bossiani). Quando finalmente anche il popolo ha preso possesso delle montagne innevate, eravamo a metà degli anni 70, io ero in prima linea e con il senso pionieristico che da sempre mi contraddistingue mi lanciai nell'impresa. Prima settimana bianca: Aprica, con sci rimediati non ricordo dove, ricordo solo che avevano quegli attacchi primitivi che si chiudevano facendoli scattare in avanti (con enorme sforzo tanto erano duri), scarponi coi lacci, guanti in pelle rinsecchita. Il resto dell'attrezzatura l'ho rimosso, per fortuna. Taccio sui risultati sportivi, anche se ho ancora in mente le cadute dallo skilift in neve fresca e la fatica nel riportarmi sulla pista per poter riacciuffare il gancio. Solo alla gita successiva capii che non era possibile risalire su uno skilift a metà percorso. Una roba penosa, quando si dice Fantozzi. Le gite domenicali con l'UISP, Unione Italiana Sport Popolare, divennero abituali e io imparai un po' a sciare. Anche gli sci e gli scarponi erano diventati meno assurdi. Ma la distanza coi compagni di classe era abissale: loro andavano coi loro papi e spesso addirittura le madri sciavano, si confrontavano in classe sui livelli raggiunti con il maestro (parlavano di una roba tipo stem cristiania, mentre il mio "maestro", il Tino della Polisportiva, mi aveva insegnato bene lo spazzaneve). E quando andavano con gite organizzate, lo facevano con Sci Club dai nomi quali "Fior di Roccia". Questo patetico amarcord solo per dire che le Dolomiti mi sono sempre sembrate una meta desiderabile. Poi, per una cosa o per l'altra, la montagna non ha mai fatto parte davvero della mia vita e un po' lo rimpiango. Le vacanze passate in questi posti bellissimi in questi ultimi anni mi ripagano, anche se il ritardo rimane. Tuttora non conosco queste montagne d'inverno. E certo si saranno alquanto imburinite, tanto che ho letto che il sindaco di Cortina ha dovuto dare il foglio di via a Lele Mora. Però una sciata da queste parti è in programma. Attrezzatura fantozziana esclusa.

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