martedì 2 agosto 2011

Delicatessen

Devo fare rifornimento per i pranzetti della Olga. Cosa cercare su 30 metri di scaffale pieno zeppo di delizie, di ogni foggia e colore? Dunque, vogliamo essere snelle, nutural, ma anche golosette, in linea con il modello dominante ma senza eccedere nell'edonismo... Dunque partiamo dal modello vegan, un po' talebano, ma mi fa sentire in pace con la coscienza: ecco le crocchette olistiche, molta verdura, senza coloranti, savasandir, né conservanti. Uhm, passiamo oltre, che costano un botto. Allora, vediamo questo Natural balance, ricco di Omega per il benessere del pelo e della pelle, antiossidanti inclusi quelli provenienti da ribes nero. Mi fa pensare a quelle palestre, dove dopo mezzora di sudore sul tapirulan mi fiondavo nella sauna pensando che la natural balance ne traesse beneficio. No, costa troppo anche questo. Allora, veniamo alle marche più commerciali: un tripudio di sfilaccetti, dadini e bocconcini. Per non dire degli straccetti di anatra e dell'aspic alle verdure, mousse al tonno e salmone, sushi di pollo e pesce, paté finesse alla selvaggina. Mi immagino il Gatto del Cheshire, con il tovagliolo ripiegato sul braccio, che declama il suo menu a la carte: "Allora oggi abbiamo: pollo in gelatina, fiocchetti di anatra in salsa, un biopaté di manzo o dei trancettini di salmone. O, se preferisce,un piatto speciale di pesce dell'oceano con avena." Alla fine compro un paio di bustine di vattelapesca, per cuccioli, anzi kitten, perché si sa che in Italia l'inglese lo masticano tutti.
Cibo da 8 euri al chilo, mi vien voglia di comprare il tonno per umani, non fosse che non lo consumo più (quello del supermercato) perché si stanno esaurendo le riserve. E poi mi butto sul pacchetto di ali di pollo e tacchino, che farò bollire con amore e ridurrò in deliziosi sfilaccetti per la piccola Skizzo.


Leggo che l'industria del pet food è in fase di grande crescita e che su ogni cibo viene effettuata la sperimentazione animale per testarne la tossicità o l'efficacia curativa per le varie patologie che si propongono di curare, dall'artrosi al tartaro. Avevo conosciuto un ragazzo che lavorava in una fabbrica di cibo per animali e mi aveva solo accennato agli orrori che vi si praticavano. Tutto ciò che viene scartato per l'alimentazione umana diviene pet food. Un 50% del volume della carcassa dell’animale ucciso è considerato sottoprodotto e diventerà cibo per i nostri amici quadrupedi: ossa, sangue, intestini, tendini, legamenti, mammelle, esofagi pelle degli animali macellati sono gli ingredienti del mix variegato che poi viene presentato sotto forma di crocchette o altro (vedi sopra). Ma poiché l'immonda poltiglia avrebbe odore e aspetto ripugnante, viene prima trasformata grazie a "appetizzanti", che sono poi altre schifezze che però coprono i sapori cattivi e aromatizzano; il tutto poi viene confezionato in un sacchetto accattivante con un micio che si lecca i baffi soddisfatto o un Fido felice davanti alla ciotola ricolma. Allora sono andata alla ricerca delle marche che almeno non testano sugli animali e che cercano di dare un po' di qualità agli alimenti che confezionano e l'ho trovata qui.
Effettivamente è un assurdo amare un animale in casa mia e ignorare che per renderlo pasciuto infliggo crudeltà su altri animali.
La lista mi sarà utile quando non avrò voglia di fare lo sbattimento di cucinare anche per Olga.

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