mercoledì 20 giugno 2012

Riti di fine anno


Bocciati alle elementari. Bocciati alle scuole medie inferiori. Bambini con disagi, moltissimi extracomunitari. Ma anche molti e molte bambine italiane. La 12enne a cui è morta la mamma di cancro e di conseguenza ha fatto molte assenza? Bocciata. Il bambino problematico? Non c’è più il sostegno,bocciato. Aida lavora come cameriera in centro città, vive sola con la figlia di 11 anni che frequenta una scuola in zona. Abitano lontanissimo, la ragazzina è intelligente ha solo bisogno di un po’ di comprensione: bocciata.
E’ emergenza.
“Noi badiamo al profitto, ai voti. Questa è una scuola esigente, sforniamo ragazzi con alte performance. Chi non ce la fa deve cercare altrove”.

Leggo con il canonico ritardo, passando di blog in blog, questo articolo di qualche giorno fa di Lorella Zanardo sul  Fatto.
Accetto (a malincuore) che di scuola parlino tutti, dato nulla come la scuola  è qualcosa con cui tutti hanno, hanno avuto, avranno a che fare. 
Però, io davvero mi chiedo che scuole conoscano questi nuovi guru. 
A parte la banalità degli esempi, dove questa Aida manda la figlia? In che scuola? O basta uno sciagurato fatto (bambini bocciati alle elementari), per poter buttare la solita tonnellata di aria fritta sulla scuola?
Perché non fanno altrettanti e altisonanti articoli sulle migliaia di bambini in difficoltà su cui le scuole intervengono, spesso con successo?
Poi,  dice, la ragazzina è intelligente, ha solo bisogno di un po' di comprensione. Se fosse stupida, passi... , ma è intelligente! 
Il bambino che ha perso il sostegno viene bocciato? La bambina con la mamma morta di cancro, bocciata. Ma dove e soprattutto quanto spesso capitano queste cose? Abbastanza per farci un articolo dal titolo Cercasi Don Milani  disperatamente?
Ditemi se io vivo in un mondo altro, ma nelle scuole che conosco io non succede nulla di questo. Anche gli insegnanti più "distratti" tengono conto di mille cose in sede di valutazione. 
Tanto che mi chiedo come abbiano pensato di bocciare cinque bambini in quella prima elementare di Pontremoli, dove, ovviamente, si dovranno rifare gli scrutini. 
Poi tutti  a dire che la bocciatura non serve a nulla, statistiche alla mano. Dove sono queste statistiche? Io nei, pochi, casi che ho osservato alla scuola media posso dire che per qualcuno la bocciatura è servita e come. A volte c'è solo bisogno di tempo o di un gruppo classe diverso. Specialmente nei più giovani, in prima media molte volte ripetere l'anno funziona. 
E dunque una scuola deve accogliere, far crescere e accudire oltre che educare, almeno fino ai 15 anni. 
Ma bocciare qualcuno non è forse farsene carico per un anno in più? O si assume che i ragazzi bocciati vengano buttati lì a bivaccare in fondo alla classe, magari sedati così non rompono?
Ditemi che nelle altre scuole, o almeno nella maggior parte di esse, di questo disgraziato paese le cose non sono poi così diverse da come le osservo io nella mia!
Mafalda ha avuto 9 in comportamento. Dico io, più realista del re "Ma perché non le avete dato 8? Con tutte le volte che è stata scorretta con la prof  Zuppa..." Risposta: "Volevamo metterle 8, ma poi abbiamo visto che sarebbe stata l'unica femmina, le altre hanno tutte 9. Allora non volevamo che si sentisse isolata." Questa delicatezza, possiamo discutere se ineccepibile o meno, viene da insegnanti non particolarmente illuminate, normali professioniste con esperienza e sensibilità.
So che tante volte a scuola le cose vanno storte, ma perpetuare questi luoghi comuni di fine anno non ha altro risultato che allontanare le famiglie e alzare il muro della diffidenza e dell'estraneità all'istituzione scuola.
Per il resto, apprezzo Lorella Zanardo per il suo lavoro di Media Education e per il video "Il corpo delle donne". Per questo mi chiedo perché uno sguardo così piatto sulla questione.


2 commenti:

  1. molti scrivono di scuola sapendo poco o nulla di leggi o semplici consuetudini.
    ho letto l'articolo e diversi commenti qua e là sui blog, e, per quello che posso dire io, la mia esperienza coincide con la tua: spesso si boccia proprio per tenere un ragazzino in difficoltà in un ambiente protetto ancora per un anno.

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  2. Sai che non le mando a dire, e che penso che molti colleghi dovrebbero essere sollevati dal loro incarico per direttissima. Ma molto spesso non perché boccino o non boccino, visto che comprensione, educazione, passione per il proprio lavoro non sono legate a filo doppio con la scelta di una bocciatura.
    Concordo con te su tutti. E in specie sul fatto che in realtà una bocciatura in giovane età possa essere paradossalmente più educativa e protettiva che il contrario (il pluribocciato del professionale, che fa la quinta a 22 anni, non lo boccio più, cerco di mandarlo nel mondo - viceversa un anno in più o in meno non fanno questa grande differenza, se presi con prospettiva diversa dall'italiota). Io è molto che ho sviluppato perplessità sul gruppo del corpo delle donne. Perché tutte le volte che scrivono su argomenti che conosco un minimo mi rendo conto della loro retorica e imprecisione. Il dubbio che questi strumenti siano il loro pane quotidiano anche quando a me sembrano affilati per mia ignoranza è più che legittimo, a questo punto. E di certo, comunque, sanno poco o nulla di scuola.

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