lunedì 2 luglio 2012

Cerco l'estate tutto l'anno

Finita la scuola, archiviati gli esami (meglio del previsto), finiti gli ultimi impicci burocratici (la cosa più stupida, che lascio sempre per ultima: barrare le pagine vuote dei registri...).
Uno pensa che finalmente sia arrivata la libertà e invece piano piano è il vuoto che si dilata e prende posto.
Le cose da fare ci sono, poche e rade. Tremila pezzi di parmigiano da consegnare a chi li ha ordinati per un gesto di solidarietà con le zone terremotate, una finale degli europei che va come deve andare. Una tenda da montare per vedere se ci sono tutti i pezzi, ma le vacanze sono ancora lontane.
Insomma le giornate sono da riempire, dato che il ritmo di lettura non è ancora ancora a livello.
Dopo un po' di anni, mi tocca il luglio nella metropoli e, devo dire, non è un granché. Andando via, fino allo scorso anno, notavo tutti gli eventi dell'estate milanese e mi rammaricavo di non poterci andare perché costretta a far su e giù per le valli. Quest'anno invece che le valli me le sogno, gli eventi non ci sono.

Di buono c'è che ho preso il giro dell'acquagym. Se guardo la cosa con distacco, mi fa un po' impressione: la sera con un gruppo di attempate ciccione mi ritrovo a sciaguattare con alterno vigore al ritmo di musiche inascoltabili.
Mi chiedo perché, visto che l'acquagynm è una pratica diffusa soprattutto fra signore di una certa età, questi giovani istruttori non scelgano musiche più consone, invece del micidiale cocktail di house, trance e musicaccia del genere.

La domenica della finale dell'Italia mi alzo stanca dopo un'altra notte insonne a causa dell'afa. Ma resta qualche energia per inscenare una specie di rito cannibalesco: della serie gli spagnoli oggi ce li mangiamo e ce li beviamo. Preparo una paella, un po' taroccata, per tutta la famiglia e una sangria per la partita della sera.
Inutile dire che la pratica esorcistica non ha funzionato. Pomeriggio in piscina, con Mafalda e la Nipotastra, sera sul terrazzo a rimirare il gioco delle Furie Rosse, per inciso Mafalda fa il tifo per loro. La cosa ci sconcerta, ma tant'è.


L'iraconda Mafalda merita poi un capitolo a parte. Ogni giorno trattati a pesci in faccia per ogni inezia che non le va a genio, i poveri genitori si chiedono se è questa la preadolescenza o se c'è dell'altro.
D'estate l'oratorio, già dai tempi di Celentano, non è un luogo ameno (per quel che ricordo nemmeno d'inverno, ma noi non lo frequentiamo). Anche per me i lunghi pomeriggi assolati in compagnia di effimere amicizie estive, in mancanza degli amici di scuola o di cortile, dispersi fra nonni e vacanze montane, sono soprattutto ricordi di solitudine e noia.
Così anche la senorita si sente sola e persa adesso che la scuola è finita, che il rassicurante ritmo delle giornate è scompaginato. All'oratorio ci vuole andare a giorni alterni e i cortili di una volta non ci sono più.
Meravigliosa scuola, quanti genitori dopo due settimane di vacanza vorrebbero che ricominciasse?

2 commenti:

  1. a me mancano. sono via coi nonni, chè a me tocca lavorare. e si divertono, lo sento, si divertono un sacco. ma a me mancano. e, quindi, sì, mi piacerebbe che ricominciasse la scuola...

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    1. Eccerto, l'altro aspetto della faccenda è che si fa di tutto perché la loro non sia una vacanza, nel senso etimologico del termine, ma che stiano bene, si divertano al fresco e all'aria buona. Poi ci soffriamo e il vuoto tocca a noi :-)

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