sabato 25 agosto 2012

Non ci sono più le estati di una volta

Tra pochi giorni inizierà il countdown. La luce in fondo al tunnel, per citare il governo, è qui: lunedì l'altro si ricomincia.
Mi godo gli ultimi giorni di afa insopportabile, con Mafalda che si scorna - ancora - sui compiti delle vacanze, Zorba perennemente spiattellato sul pavimento alla ricerca di una mattonella fresca, ma rigorosamente in mezzo ai piedi, il marito che torna dall'ufficio con l'aria sfatta di chi utilizza in agosto i mezzi pubblici, i vicini che rientrano dalla villeggiatura e ricominciano il loro vociare e i loro soffritti antelucani.
Le foglie della betulla di fronte a casa sono ancora quasi immobili, mosse solo ogni tanto da un refolo estemporaneo, questo Lucifero se ne sta andando, dicono, ma io ancora lo patisco.
Tutta colpa dell'anticiclone delle Azzore ,che non si fa più vedere da queste parti. Io le Azzorre so che esistono per via dell'anticiclone e per il fatto che una mia conoscente ci ha fatto il viaggio di nozze, probabilmente incuriosita dall'anticiclone.

Allontano il pensiero della montagna di roba da stirare che non ho ancora smaltito e i pensieri di fine estate arrivano a sprazzi: il bilancio e i buoni propositi di settembre. La vacanza, i libri letti, i progressi mancati di Mafalda, le piante del balcone mezze morte, la dieta e la piscina, l'esigenza di riconnettersi con l'informazione tenuta lontana per qualche settimana, l'inizio della scuola imminente con una nuova classe da conoscere, qualche piccolo evento settembrino a cui collaborare, l'ineluttabile campagna elettorale alle porte.
Mi prende un po' d'ansia, l'ansia del ricominciare, che da qualche anno - me ne  rendo conto ora - è più carica di preoccupazioni che di ottimismo.
Guardo la finestra e vedo che la tenda dolcemente si gonfia, sollevandosi alla brezza, finalmente. Forse pioverà.
Mi arriva il richiamo urgente di Mafalda che mi dice di guardare la pagina dell'economia del Corriere della Sera. Sì, pioverà di sicuro.

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