mercoledì 15 agosto 2012

Opposti estremismi

A proposito di scuola e di rispetto delle regole, leggo qui  che i tedeschi sono dei rigidoni e, che diamine, un po' di flessibilità e umanità farebbe piacere anche a loro, gli odiati crucchi.
Di che si tratta? Di un padre italiano che ha fatto fortuna in Germania, ha un consessionario di auto, e che per far godere un giorno di vacanza in più alle figliole nella nativa penisola baciata dal sole e dal mare,  inventa una balla nella giustificazione scritta, il preside lo sgama e viene fuori un casino.
I giornali avranno dato un po' di colore al tutto, probabilmente, dando libero sfogo agli stereotipi da ambo le parti. Ma il tono dell'articolo e i commenti danno da pensare.

Da noi i genitori non si pongono nemmeno il problema, la giustificazione è considerata un inutile atto dovuto, uno spazio da riempire con un qualsiasi "motivi di famiglia".
In Germania no, la scuola ha il dovere e il diritto di chiedere conto alla famiglia della mancata presenza. E sanziona pure.
Che rigidi, eh?!
Noi siamo invece molto elastici.
Qui infatti la famiglia prenota la vacanza, se poi la partenza o il rientro coincidono con un giorno di scuola, beh pazienza, mica si può essere schiavi.
Quante volte mi sono ritrovata a far lezione con mezza classe il giorno prima o dopo una vacanza. Che sarà mai... Per questo nei collegi si litiga per piazzare i ponti e i giorni conseguenti di recupero. Tra l'altro, sono i momenti più partecipati.

Ricordo il racconto di un amico, che avendo sospeso un alunno si ritrova a colloquio la madre a chiedere se è possibile posticipare la sospensione di qualche giorno "Sa, prof, dato che andiamo a fare la settimana bianca... non + che invece di giovedì si può fare lunedì prossimo?"
Come si concilia tanta rigidità con tanta elasticità (quella di un padre che racconta balle, peraltro)?
Sarà per questo che la Merkel non vuole gli eurobond?



4 commenti:

  1. Ho diversi amici che vivono in Germania, sia perché tedeschi, sia perché oramai immigrati definitivamente lì.
    Almeno a tre di loro è capitato di partire o tornare dall'Italia un giorno prima o dopo le vacanze, senza che succedesse il finimondo (ma avvertendo e 'negoziando' con la scuola in maniera preventiva). Credo che la questione qui sia stata soprattutto la bugia (oltre-tutto su una compagnia aerea nazionale!). Poi sicuramente c'è il ricamo giornalistico, come tu giustamente dici. Ma per quello che anche io stessa ho potuto vedere quando ci sono stata (anche vivendoci, studiandoci e lavorandoci, per un po') io non ho mai trovato rigidità vera. Molta nettezza e molto stupore all'idea di non rispettare le regole, certo. Ma queste regole erano chiare e di buon senso, non so come dire!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In effetti, io credo che in questo caso il preside in questione abbia dato una controllatina in più, magari per via di qualche precedente. Io ho amici che vivono in Germania da molti anni e dopo i primi tempi di smarrimento di fronte a quella che pareva rigidità, si sono trovati ad apprezzare la chiarezza e, come dici tu, il buon senso. Le regole sono una cosa che mette in chiaro ciò che è dovuto e richiesto. Certo c'è qualcuno che le detta, ma che probabilmente è disposto a negoziarle in alcuni casi.
      Siamo noi che pensiamo che sia normale trovare un modo qualunque per aggirarle.
      Quello che mi ha fatto pensare è l'abisso con il nostro concetto di giustificazione...

      Elimina
  2. sarà che dalle mie parti si conservano ancora importanti vestigia del tempo di Maria Teresa, sarà che anch'io, che in 10 anni di insegnamento ho chiesto solo UNA volta UN giorno di ferie da attaccare ad un ponte, mi sento presa per i fondelli quando faccio lezione con mezza classe, ma io sto dalla parte dei teutonici.

    RispondiElimina
  3. Io sto dalla parte dei Teutonici quasi di default, ma forse ormai la mia è solo esterofilia senile :-)

    RispondiElimina