Hebdomadario

Giornata fredda e cielo minaccioso. Mi rendo conto che il sabato sta diventando il mio post day.
Questa è stata la settimana della resa alle calze. Domenica scorsa stavamo sulla spiaggia al sole in Romagna, dove siamo andati a prendere una bici, mentre ora sto qui a cercare il golfino pesante.
A Milano è stata la settimana dello sturm und 'ndrangheta (è di Umberto Eco, non mia) e delle conseguenti formigonate. La settimana delle 24 ore al posto delle 18 e di uno sciopero che non ho ben capito che adesione abbia avuto (dal mio osservatorio ristrettissimo, da me non ha scioperato nessuno e nella scuola di Mafalda nemmeno).

Mi appunto cosette sui settimini e sugli altri primini che incrocio nella settimana. Sarà l'annata... I bimbi stanno prendendo forma piano piano, chi in bene chi un po' meno. Ce ne è uno che pare Cicciobello, però con le meches, cosa che mi mancava ancora perlomeno a ottobre della prima. A proposito, chi è Justin Bieber di cui costui parla nei testi che scrive?
Non mancano i nomi inventati, tradizione consolidata ormai da qualche anno, con h, y e k sparse qua e là un po' a caso.
Alcuni, secondo me li prendono da film o romanzi che hanno per protagonisti animali (mi viene in mente "Nata libera", ma lei si chiamava Elsa, bellissimo nome che prima o poi assurgerà a nuovi fasti) e chiamano le figlie come leonesse del circo, tipo Keyla. E Ariel è maschio o femmina? Si sarà tratta ispirazione da Shakespeare o da Disney? O dal detersivo?
Approdano i nomi antichi rieditati, stile Mathilda o Theresa, ma anche Marya, che poi diventa altrove Mayra. Abbiamo anche Iride e Rachele. Ora fa figo chiamare i bimbi coi nomi che qualche anno fa si credevano "da vecchi". Però, Shawn è pur sempre meglio di Scion.
Fra un po' arriverà qualche Shakira.

La classe si sta rivelando preda dei consumismi culturali, molto più delle precedenti.
Dunque si collezionano gli "Elfi luminosi", compagni di quelle orrende statuine di troll pelosi e fatine alate. Tra i personaggi che vanno per la maggiore, oltre all'ormai trito vampiro, c'è The king of Pop, che sarebbe, io non lo sapevo, Michael Jackson.
Tra le figurine degne di nota che si sono aggiunte quest'anno, vi è l'ultimo caso di Precario Fancazzista. Arriva con maglioni dai colori pastello e la camicia immacolata, si siede davanti al suo pupillo a gambe accavallate e le mani graziosamente incrociate sulle ginocchia, lo guarda di tanto in tanto e partecipa alla lezione, ci manca che alzi la mano per rispondere (come, faceva il precedente caso di P.F., che ora però è di ruolo).
Dice che lui alla gita non partecipa, perché pioverà e lui non ha le scarpe adatte. Poi dice che il Pei non spetta a lui e che la collega dell'anno scorso gli indicava tutti gli obiettive e le linee didattiche.
Poi, in sala insegnanti, dice che gli spetta questo e quello, che le ferie non  godute non verranno più pagate al personale precari e quindi bisogna farle, perché se ne ha diritto. Naturalmente, però, ieri lo sciopero non l'ha fatto.